Canto Vl
canto VI
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Riassunto
Canto VI
Inferno

Il canto VI dell’inferno è noto come un canto politico come tutti gli altri canti della Divina Commedia (Purgatorio VI e Paradiso VI).
Dante, si riprende dalla vista pietosa dei due cognati (Paolo e Francesca) e si ritrova nel terzo anello dell’inferno, dove sono puniti i peccatori di gola uno dei sette peccati capitali.
Quest’anello è caratterizzato da forti e violenti piogge e da una creatura mitologica conosciuta come Cerbero. Questo mostro è il guardiano dell’inferno, ha le sembianze di un cane a tre teste ed è l’immagine della ferocia.
Quando Dante e Virgilio lo incontrano esso, spalanca inferocito le sue grosse fauci ma Virgilio, che era già stato in una situazione simile, (Egli racconta nell’Eneide che Enea aveva affrontato un viaggio nell’Ade con la Sibilla ed anche Enea doveva superare il Cerbero, ed la Sibilla gli lancia un pugno di fango in bocca facendolo calmare.) prende un pugno di sabbia e lo getta nella bocca del cerbero che in pochi secondi si calma.
Continuando per il loro cammino su una distesa di anime nere incontrano Ciacco ( è il soprannome di una persona che, secondo alcuni commentatori, significa “porco”), un peccatore di gola che rivela una predizione su Firenze ( Questa è una profezia post eventum cioè dei fatti collegati dal poeta come se fosse una profezia, ma in realtà riguarda eventi già accaduti.).
Egli disse che, dopo un lungo momento di tensione, verranno al sangue e la parte selvaggia (Partito dei Guelfi bianchi di cui fa parte Dante) caccerà l’altra (Partito dei Guelfi neri) con molta ferocia. A questo punto Dante chiede se ci sono dei cittadini buoni a Firenze ed egli risponde che ce ne sono pochi e per di più macchiati dei peccati di superbia, invidia e avarizia. Dante domanda dove siano Farinata, Tegghiaio, Iacopo Rusticucci, Arigo e la Mosca perché credeva che fossero nel Paradiso.
Egli rispose che loro erano negli ultimi cerchi dell’inferno e se sarebbe sceso fin laggiù, li avrebbe incontrati.
Dopo quest’affermazione non rispose più a nulla e cadde insieme alle altre anime.
I due poeti proseguono il viaggio e Dante chiede a Virgilio se dopo la sentenza finale le anime soffriranno di meno.
Egli gli risponde che soffriranno di più perché alle sofferenze dell’anima si aggiungeranno quelle del corpo.
Arrivati al varco, incontrano Pluto guardiano del IV cerchio.